Venerdì 18 ottobre la Polizia Provinciale assieme al Bacino B, concessionario della pesca sportiva, ha trasferite in altri luoghi le trote presenti nel tratto di Rio Ferrara interessato alla ricostituzione dell’habitat dell’Austropotamobius pallipes. La cattura, in 600 metri di torrente, ha interessato molti più esemplari di quanti si credeva potessero essercene. Si pensa che ne siano rimasti un altro 10% perché di misura troppo piccola per essere individuati e perciò si ipotizza di ripetere l'intervento appena possibile nel momento che sarà ritenuto più opportuno dalle autorità competenti.
Questo intervento è propedeutico al ripopolamento del gambero Austropotamobius pallipes endemico di quest'area e l'operazione tende ad evitare di introdurre dei gamberi di allevamento per evitare altri "pasticci ambientali" e compromettere così la possibile caratteristica endemica di quelli locali. Le trote nel rio Ferrara sono state introdotte per la pesca sportiva qualche decennio fa e sono la maggior causa della scompara del gambero locale in quanto portatrici sane di un virus letale ai gamberi.
Nel video si vedono le fasi salienti della cattura
Si ringraziano gli enti qui sotto indicati che hanno collaborato a questo intervento:
DIPARTIMENTO SCIENZE DELLA TERRA E DELL'AMBIENTE - SEZIONE DI BIOLOGIA ANIMALE UNIVERSITÀ DI PAVIA Prof. Roberto Sacchi Ricercatori: dott.ssa Daniela Ghia dott. Gianluca Fea
Sabato 26 novembre nelle immediate vicinanze della sede di Valmolini, è stato recuperato un rapace, uno sparviero! Nella Treccani sparviero è anche sinonimo di audace. Ma questa creatura, per quanto audace possa essere, nulla ha potuto contro il piombo sparato dai bracconieri
Giuseppe, che lo ha trovato, con Flavio, dopo aver visto che era ferito ed incapace di sollevarsi in volo, lo hanno portato al Centro Recupero Rapaci di Alberto Fagan a pochi chilometri dalla nostra sede, appena sopra il lago di Fimon.
Per fortuna i pallini non hanno leso parti vitali e si spera che, una volta guarito, possa riprendere il volo. Ce lo auguriamo con tutto il cuore.
Dopo i primi momenti di allerta, il rapace non si è più sentito minacciato da noi che lo abbiamo osservato e fotografato. Tant'è che non ha più cercato di difendersi e di fuggire.
L'occasione ci vien buona per ricordare che oltre al danno fatto dai bracconieri alle specie protette, uccidendone più esemplari possibile, infliggono, insieme ai cacciatori con regolare licenza, un ulteriore danno all'ambiente:
Circa 10.000 tonnellate di piombo immesse ogni anno sul territorio nazionale (valutazione per difetto). 50.000 tonnellate di piombo negli gli ultimi 10 anni…(fonte ISPRA, GEAPRESS, Ministero dell’Ambiente).
Vi invitiamo a leggere il rapporto dell'ISPRA che tratta in modo approfondito l'argomento. Lo troverete al link sotto indicato.